Graffio di Tigre

eliseo entertainment graffio di tigre alfredo peyretti drammatico 2006
Regia: Alfredo Peyretti
Prodotto da: Casanova Entertainment
Con: Gabriella Pession, Sergio Assisi, raffaella Rea, Simone Gandolfo;
2006

Due soldati e una bellissima donna. Una drammatica storia d’amore d’altri tempi. Con Gabriella Pession e Sergio Assisi. 

SINOSSI PRIMA PUNTATA Estate del ’43. Fabio e Gino sono due giovani soldato italiani internati in un campo di prigionia inglese sull’isola di Pantelleria. Un attacco aereo dell’aviazione italiana apre per loro un’insperata via di fuga, nel corso della quale Fabio salva la vita a Gino. Insieme affrontano il pericoloso viaggio di ritorno verso casa. Fabio, che è orfano e non ha un posto dove andare, accetta l’ospitalità di Augusto, padre di Gino, che è fattore nella tenuta del conte Innocenzi, in Toscana. Qui Gino può riabbracciare anche Rosa, la sorella più giovane e, insieme all’amico, riscoprire le gioie di una vita semplice ma lontana dalla violenza e dagli orrori della guerra. A turbare le loro serenità però, è la presenza inquietante di Ginevra, la giovane e bellissima nuora del Conte che, separata dal marito Jacopo, anch’egli prigioniero di guerra, sembra nutrire un interesse ambiguo per Fabio. Interesse cui il ragazzo non sa resistere, nonostante la delicata amicizia che sta nascendo anche con Rosa. Ma la pace di quei giorni è destinata a durare poco. Mussolini. Liberato dai tedeschi, proclama la nascita della Repubblica di Salò. I fascisti, capeggiati dallo zio Piero, gerarca del paese, iniziano subito i rastrellamenti per arruolare di forza sbandati e disertori. Gino non ci sta e decide di andarsene sulle montagne per unirsi ai partigiani. Il rifiuto di Fabio a seguirlo provocherà la prima frattura fra i due amici che si separeranno senza aver chiarito le reciproche ragioni. Fabio, di cui nessuno in paese conosce l’esistenza, resta a vivere nella fattoria e continua a subire il fascino e le attenzioni di Ginevra. Fino alla notte in cui il Conte, messo in pericolo dalla sua dichiarata amicizia per Galeazzo Ciano, decide di abbandonare la villa e di rifugiarsi a Capri. Ginevra, che è costretta a seguirlo, compie un ultimo gesto ribelle e provocatorio seducendo Fabio e consumando con lui un breve ma intenso rapporto sessuale. Ma a un posto di blocco, il Conte Innocenzi viene riconosciuto e arrestato. Trasferito a Terni subisce un interrogatorio brutale e solo l’intercessione di Ginevra presso il capo dei fascisti gli evita il peggio. Ma Ginevra non può restare e il Conte si fa giurare che tornerà alla villa in Toscana per attendere il suo ritorno e quello di Jacopo. Ginevra tace ad Augusto la sorte del Conte ma comunica a Fabio una notizia scioccante: in quell’unico fugace rapporto fra loro lei ha concepito un figlio. Un figlio di cui deve liberarsi e per questo chiede, anzi, ordina, la collaborazione di Fabio. Fabio è lacerato dalla scelta che lei gli impone, proprio quando anche Gino è tornato dalle montagne a chiedere il suo aiuto. Si sta preparando un’azione coordinata fra i gruppi di partigiani e Fabio deve fare da tramite. Fabio, sebbene a malincuore, nega di nuovo la sua collaborazione e stavolta fra i due amici lo scontro è violento e definitivo. Ma, mentre Fabio è lontano, a inseguire Ginevra per impedirle di abortire, Gino e i suoi vengono scoperti e catturati dallo zio Piero che decide senza esitare di fucilarli tutti. Solo all’ultimo minuto Ivo, figlio dello zio Piero e antico fidanzato di Rosa, per salvare la ragazza le farà scudo colò suo corpo rimanendo ucciso al posto suo. Quando Fabio e Ginevra, fallito l’aborto e riavvicinatisi l’uno all’altra, tornano alla fattoria si trovano davanti uno spettacolo orrendo: i corpi di Augusto, Gino e gli altri crivellati di colpi e impiccati a una trave nell’aia. A Rosa non resta che seppellire i suoi cari e con loro l’amore che aveva sentito nascere per Fabio. Andrà in montagna a prendere il posto di Gino. Mentre Fabio è costretto ancora una volta a restare, tormentato dai rimorsi, per prendersi cura di Ginevra e del figlio che porta in grembo.

SINOSSI SECONDA PUNTATA Dopo la tragica esecuzione di Augusto, Gino e dei suoi compagni da parte dei fascisti dello zio Piero, Rosa ha scelto di unirsi ai partigiani in montagna mentre Fabio decide ancora una volta di restare al fianco di Ginevra. La villa del Conte Innocenzi è un rifugio sicuro ma è anche una prigione per i due giovani che ormai sono legati indissolubilmente da un destino di amore e di odio, di speranze e di rimorsi. I mesi passano, la gravidanza di Ginevra comincia a farsi evidente quando una mattina, all’improvviso, la villa viene requisita dai tedeschi. Fabio riesce a nascondersi mentre Ginevra ottiene dal comandante del presidio, conte Grefeld, il permesso di restare, relegata però in un’ala isolata della villa. Fabio e Ginevra, reclusi insieme, si spartiscono il poco cibo e tengono duro sperando che prima o poi i tedeschi se ne vadano. Ma una sera il Maggiore Grefeld, ubriaco, tenta di violentare Ginevra. Fabio è costretto a intervenire e, dopo una breve colluttazione, uccide il tedesco. La fuga disperata nella notte è verso l’unica meta possibile: l’accampamento dei partigiani di cui Gino aveva rivelato a Fabio l’ubicazione. Dopo ore di marcia estenuante e pericolosa Fabio e Ginevra raggiungono finalmente il loro obiettivo. Lì ritrovano anche Rosa che ha ancora molto da perdonare a entrambi ma non si oppone alla decisione di accoglierli. E lì Fabio capisce anche che è venuta per lui l’ora di scendere in campo e di fare la sua parte in quella guerra che ha sempre rifiutato. Passano i mesi, le azioni di guerriglia si susseguono e Fabio, con la sua bicicletta, sfida ogni sorta di pericoli per mantenere i collegamenti fra un gruppo e l’altro. Intanto, mentre il bimbo cresce nel suo ventre, Ginevra impara la dura vita del campo e piano piano le distanze fra lei e Rosa si accorciano. Il passato si sfuma, e le ferite sembrano richiudersi. Finché una sera, dopo l’ennesima azione, giunge al campo un gruppo di prigionieri e con loro, sotto mentite spoglie, c’è anche il conte Innocenzi. L’incontro con Ginevra, che ormai non può più nascondere la sua gravidanza, è drammatico ma la guerra ha le sue leggi e ci sono cose più urgenti che incalzano: riconosciuto come nemico, il conte rischia di essere giustiziato dai partigiani. Solo l’intervento di Rosa e di Fabio lo salva dalla morte e gli consente di restare da prigioniero. Così il destino ha fatalmente riunito di nuovo i protagonisti della storia in una situazione che, solo qualche mese prima, sarebbe sembrata impossibile. Soprattutto, il conte Innocenzi non avrebbe mai potuto immaginare che in una notte di pioggia avrebbe aiutato la moglie di suo figlio a mettere al mondo la bambina di un altro. E che proprio quella donna lo avrebbe poi aiutato a fuggire. Ma Ginevra lo aveva detto, la vita è molto più complicata di quello che sembra. La fuga del conte però dura poco. Catturato dai tedeschi morirà da eroe rifiutandosi di tradire i partigiani e di rivelare dove si trova il loro campo. Anche per lo zio Piero il cerchio si chiude. Dal giorno in cui il suo unico figlio, Ivo, è morto per colpa sua, lui non è stato più lo stesso. Così, quando il gruppo di Fabio gli tende un’imboscata per catturarlo e farlo processare lo zio Piero fa in modo di farsi ammazzare mettendo fine una volta per tutte ai rimorsi e al dolore. Ma la guerra stessa è arrivata al capolinea. Gli americani hanno ricacciato i tedeschi sempre più a nord e finalmente Fabio, Ginevra e Rosa possono tornare a casa. E lì trovano ad accoglierli Jacopo, il figlio del conte Innocenzi che, scampato alla morte ma privo della vista, è ignaro di tutto. All’inizio Ginevra riesce a fargli credere che la piccola Anna, la bimba avuta da Fabio, sia in realtà figlia di Rosa. Ma poi, pressata da Fabio stesso e lacerata dall’amore che sente per entrambi gli uomini della sua vita, confessa al marito tutta la verità. Jacopo è sconvolto ma alla fine decide di perdonare e di partire per l’America con lei e Anna per tentare un’operazione che potrebbe ridargli la vista. E Ginevra non se la sente di abbandonarlo una seconda volta. Per Fabio è il momento più difficile della sua vita. Solo dopo una feroce battaglia con se stesso ammette di non poter togliere una bimba alla madre e, col cuore spezzato, vede allontanarsi per sempre sua figlia e la donna che ha tanto amato. Passano gli anni. È il 1965. Fabio ha sposato Rosa e insieme mandano avanti la fattoria di Augusto. Un’auto si ferma davanti alla casa, scende una ragazza sui vent’anni. E’ Anna, la figlia di Ginevra e Fabio. Porta una lettera della madre. Una lettera che ha scritto prima di morire in un incidente aereo insieme a Jacopo. Poche righe, piene di amore e di rimpianto per quello che poteva essere. E un dono: Anna studierà arte a Firenze, si tratterrà molti mesi. E forse, prima o poi, qualcuno le racconterà una storia strana, una storia di amore e di guerra, di quegli anni in cui tutto poteva succedere…

Produttore: Luca Barbareschi, Susanna Bolchi, Aureliano Lalli-Persiani. 

Sceneggiatura: Andrea purgatori, Laura Ippoliti; 

Fotografia: Stefano Ricciotti.

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