SINOSSI
Chiara Lubich interpretata da Cristiana Capotondi è il Tv movie di Giacomo Campiotti ispirato alla fondatrice del Movimento dei Focolari nell’anno del Centenario della nascita (Trento 22 gennaio 1920 -Rocca di Papa, 14 marzo 2008). Siamo a Trento, è il 1943. La città è oltraggiata dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale. Chiara Lubich, giovane maestra di una scuola elementare, deve interrompere la lezione per condurre i bambini in salvo in un rifugio antiaereo. Alla fine dell’allarme, Trento mostra le sue ferite tra le macerie. Chiara ritrova i suoi amici, i genitori e le sorelle. Suo fratello Gino, medico dell’ospedale, è impegnato a curare i tanti feriti. Qui vede la tragedia con i suoi occhi. Tutto il suo mondo trema. Afflitta dalla disperazione e dal dolore che vede intorno a sé, Chiara cerca il suo scopo nella vita. La situazione peggiora all’indomani dell’armistizio di Badoglio dell’8 settembre. Il paese è allo sbando. Gino decide di unirsi ai partigiani e combattere in prima linea. Enrico ed Ines che avrebbero dovuto sposarsi, rimandano le nozze perché Enrico decide di affiancare i soldati tedeschi. Scemano anche i progetti delle amiche di formare una famiglia. Mentre in molti cercano rifugio in montagna, le ragazze decidono di rimanere in città per aiutare i bisognosi. Alla luce fioca di una candela in un rifugio antiaereo, Chiara scopre il senso della vita nelle parole del Vangelo e decide di consacrare la sua vita a Dio, l’unico ideale che le sembra non crollare. Insieme a Dori, Natalia e Ines, le amiche di sempre, inizia a leggere il Vangelo in italiano nei rifugi scatenando la reazione dei benpensanti. Le ragazze trovano una casa dove poter vivere insieme e dedicarsi ai più disagiati. Alla base delle loro azioni c’è la condivisione di tutto, dei beni e delle necessità. Così, mentre una grande energia si irradia da quella casa, conosciuta da tutti come ‘il focolare’, un’ombra di incomprensione si dipinge sul volto di chi è contrario. Tra questi, il padre di Ines, un gerarca fascista, che si oppone alle scelte della figlia che considera inopportune e indecorose visto anche il contrasto ideologico con il fratello di Chiara. Ma il gruppo di amiche ispirato dalle parole del Vangelo continua a dedicarsi ai poveri e, nel clima d’odio che il conflitto ha generato, si preoccupa di favorire la riconciliazione, sanare le ferite e progettare un futuro migliore per l’umanità. Quando Gino viene arrestato tra i partigiani in montagna, Chiara chiede aiuto al padre di Ines il quale però si rifiuta di aiutarla e la accusa del furto di un gioiello di famiglia che in verità Ines aveva donato alla causa del focolare. La reazione di Chiara è forte e Ines lascia per sempre la casa. Quando finalmente la guerra finisce, Chiara può riabbracciare la sua famiglia ma la realtà è cambiata. Ora è il padre di Ines a chiedere d’intercedere per la sua vita. E sarà Chiara a spingere il fratello a perdonarlo. Intanto il Movimento che ha raccolto intorno a sé si diffonde in tutto il mondo. Fin dall’inizio incontriamo una giovane donna e il suo sogno, quello di lavorare per realizzare la fratellanza universale. Al centro dei suoi dialoghi di pace spiccano la forza dell’amore e la solidarietà che può costruire ponti tra gli uomini di qualunque razza o fede religiosa. Chiara Lubich è una figura affascinante e rivoluzionaria ma anche un personaggio complesso per la Chiesa dell’epoca che, dopo averla sottoposta al giudizio del Sant’Uffizio, la riconosce definitivamente con Papa Paolo VI. Questo è il ritratto di una donna libera, appassionata, laica e coraggiosa.
NOTE DI REGIA
Qualche mese prima di ricevere la proposta del film ispirato a Chiara Lubich, ho conosciuto un grupo di focolarini, in un incontro per me molto importante. Studiando insieme agli altri sceneggiatori la vita di Chiara e il suo pensiero, via via mi sono reso conto di quanto Chiara fosse un personaggio originale, unico, incredibilmente “avanti”. Quanto avesse ancora da dire, e quanto il suo essere leader carismatico donna rendesse ancora più significativo il raccontare la sua vita oggi…. Poi è arrivato il Covid… e ho pensato che la Luce di Chiara fosse proprio necessaria e che forse questo film arriverà nelle case nel momento giusto. C’era comunque in me molta preoccupazione perché la vita di Chiara non ha nulla di straordinario, pochi di quegli elementi drammatici necessari nella costruzione di un film. C’è il sottile filo di un ideale che attraversa la sua vita e la fedeltà, la costanza per metterlo in pratica, e il magnetismo che questo ideale crea nelle altre persone. La sfida era quella di raccontare Chiara senza il bisogno di farne un ‘santino’. Raccontare la sua vita in modo che potesse arrivare al cuore di tutti. Una donna laica, molto vicino a noi, che non ha fatto nulla di clamoroso, ma in tutta la sua vita, giorno dopo giorno, nelle piccole e grandi scelte, ha sempre seguito la via della giustizia, della carità e dell’amore, al servizio degli altri… cercando cioè ‘semplicemente’ di vivere il Vangelo. Abbiamo scelto di raccontare i primi momenti della sua opera, la scoperta della sua vocazione proprio in mezzo alle miserie della guerra, le prime scelte difficili, l’incontro con le amiche, l’emozione di condividere gli stessi ideali… vedere quanto le persone fossero pronte a seguirli… e la conseguente opposizione della Chiesa, fino alla richiesta del Vaticano di farsi da parte. Con Cristiana Capotondi abbiamo lavorato verso la semplicità, contro i rischi della retorica, raccontando Chiara che non pontifica mai, ma condivide con gli altri la gioia delle sue scoperte. Una giovane donna allegra, profonda ma leggera, concreta e umile. È stata una bellissima esperienza di condivisione profonda. Ho fatto innumerevoli provini prima di decidere il cast delle ragazze. Sono il cuore del film, era importante che fossero diverse, non omologate, ma anche unite da un sentimento indicibile che lo spettatore fosse in grado di percepire. Un gruppo di ragazze che lasciano le famiglie e vanno a vivere insieme creando grande scandalo. Siamo negli anni anni quaranta, non ai tempi dell’Erasmus! Ed ecco Aurora Ruffino (la mia Cris dei Braccialetti), Greta Ferro, Miriam Cappa, Valentina Guelfi e Sofia Panizzi. Con tutte loro e tra loro e con Cristiana, è successo qualcosa di speciale che spero sia passato sullo schermo. Anche tutto il resto del cast mi sembra di ottimo livello, in particolare voglio ricordare Eugenio Franceschini che dona profondità e sensibilità al personaggio di Gino, il fratello di Chiara. Insieme alla troupe tecnica che ha dato al film molto di più che la pur grande professionalità, abbiamo realizzato le riprese principalmente a Trento e nei dintorni, dove abbiamo dovuto ricostruire con grande impegno produttivo gli scenari terribili della guerra e dei bombardamenti, perché è stato proprio nel momento in cui ‘tutto crolla’ che Chiara si rende conto che resta solo Dio. Ringrazio la Eliseo Multimedia per questa grande opportunità e la Rai che ancora una volta, seguendo la sua vocazione di servizio pubblico, mi ha permesso di raccontare la vita di un ennesimo personaggio ispirante e significativo della nostra storia come ho potuto fare con il Dottor Moscati, il Maestro Manzi, il Giudice Di Bella …
Soggetto: Giacomo Campiotti, Luisa Cotta Ramosino, Lea Tafuri
Sceneggiatura : Francesco Arlanch, Luisa Cotta Ramosino, Lea Tafuri, Giacomo Campiotti