Il banchiere degli ultimi

PROGETTO IN SVILUPPO

Una calamità naturale, un paese dall’economia distrutta, migliaia di contadini, operai, piccoli negozianti sul lastrico che aspettano dalle banche un aiuto che non arriva.

Potrebbe essere l’Italia di oggi, piegata da un virus che ha infettato non solo i corpi ma l’intero tessuto sociale, disgregandolo e assestando un colpo durissimo a quello economico. Si tratta invece della California del 1906, distrutta dal leggendario terremoto di San Francisco in cui alle 5 di mattina del 18 aprile una scossa devastante disintegra la città.

 

Fra le macerie fumanti c’è un uomo che trasporta una gigantesca cassaforte su un carro di buoi fino a casa, su quel carretto ci sono due milioni di dollari in oro, le riserve della Bank of Italy da lui fondata due anni prima a San Francisco.

 

Non lo fa per avidità, ma perché ha capito che quei soldi sono necessari a ricostruire la città, a non tramutare in altre vittime coloro che sono riusciti a sopravvivere.

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Giannini intuisce che la città deve riprendere al più presto le sue attività economiche o San Francisco e con lei la California intera, non avranno scampo. Le altre banche fanno sapere che riapriranno entro sei mesi. Ma entro sei mesi non ci sarà più niente, dice lui. Così tira giù l’insegna dorata e malconcia della Bank of Italy, va giù al porto, e sotto scrive: “business as usual”: “Siamo aperti, come al solito”. In sei giorni riesce a ripristinare la banca in una sede di fortuna e nello stupore generale si mette a prestare soldi così, senza garanzie. Ai poveracci che hanno perduto tutto fa firmare un foglio di carta, perché all’unico che sta dando loro la possibilità di ricostruirsi una vita, lui è sicuro che restituiranno fino all’ultimo centesimo.

Sotto gli sguardi dapprima ironici, poi scettici e infine allibiti degli altri banchieri, il piano assurdo di Giannini si rivela un’impresa unica in cui si saldano etica, lungimiranza e imprenditoria. è un trionfo e North Beach, il quartiere italiano, grazie ai prestiti della Bank of Italy, è il primo a essere ricostruito:542 case vengono tirate su nei primi quattro mesi.

Quando le altre banche riaprono, sono moltissimi coloro che ritirano i propri risparmi per portarli alla banca di “quel galantuomo di Giannini”. Nel fondare la Bank of Italy diventata poi Bank of America, la più grande banca del mondo, dà credito ai più piccoli, agli ultimi, agli immigrati appunto, spesso analfabeti, a tutti coloro che non erano mai entrati in banca e che nessuna banca avrebbe fatto entrare. Nessun grande azionista ma tantissimi piccoli imprenditori. Il suo essere un visionario controcorrente fa sì che a lui, nel tempo, si rivolgano altri visionari. Emeriti sconosciuti in difficoltà che in lui vedevano la possibilità di realizzare i propri sogni: Walt Disney, Frank Capra…

Ai finanziamenti di Giannini dobbiamo alcuni dei capolavori del cinema. Per tutta la vita Giannini ha operato oltre i limiti imposti dalla logica del profitto con l’ambizione di soddisfare le esigenze dei più deboli. E la sua vita ci dimostra come, anche senza porre il denaro in cima alla scala dei valori, si possano conseguire utili rilevanti e creare benessere per sé e per gli altri. Narrare la sua storia significa raccontare un personaggio leggendario ma ingiustamente poco conosciuto, legato alla concretezza delle cose e allo stesso tempo irresistibilmente proiettato nell’aprire squarci di futuro, nel prefigurare innovazioni radicali e controcorrente da perseguire con costanza e coraggio

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