
PROGETTO IN SVILUPPO
Le luci al neon della città di Tokyo illuminano il volto di Martina, 32 anni, seduta sul ciglio del letto di una camera di albergo.
Fissa la protesi della sua gamba appoggiata al muro davanti ai suoi occhi. Quella per Martina non è una notte qualunque, è la notte prima della gara dei 100 metri delle Paralimpiadi.
E nemmeno lei è una ragazza qualunque. La vita le ha tolto moltissimo. Metà della gamba sinistra, per la precisione ma mai il sorriso. Una vita nello sport. Corsa a ostacoli, salto in lungo, staffetta, pallavolo.
Poi, una notte, un pirata della strada le ha tranciato la strada dei sogni. Dopo quella notte il sorriso è stato difficile da mantenere ma la velocità le è sempre piaciuta, anche quella che serve per superarei limiti che la vita ti impone. Nelle stanze affianco altre due ragazze guardano le proprie protesi, la mente affollata di pensieri, con l’adrenalina alle stelle.
Sono Ambra, 19 anni e Monica, 40. È grazie a Martina, al suo esempio di forza e tenacia, che Ambra ha trovato l’ispirazione per non abbandonare la corsa dopo quel tragico giorno quando, tornando dagli allenamenti, un’auto, proveniente dal senso opposto di marcia, la travolge costringendola all’amputazione fino il ginocchio.
Ed è sempre grazie a Martina che Monica ha deciso che lo sport sarebbe stato parte fondamentale della propria vita.