Il docufilm “Il caso Elena Ceste” ricostruisce la vicenda della scomparsa di Elena Ceste, 37enne madre di quattro figli, di cui è stata denunciata la scomparsa il 24 gennaio 2014.
Per nove mesi il caso ha catalizzato l’attenzione mediatica di telegiornali e talk show, elevando a protagonista il marito della donna, il vigile del fuoco Michele Buoninconti. Un padre esemplare, un marito premuroso, su cui gli inquirenti hanno presto puntato la lente investigativa.
La narrazione fa ampio uso di materiali originali presenti negli archivi dell’inchiesta: audio e video inediti di intercettazioni telefoniche e ambientali a carico del principale sospettato Michele Buoninconti; foto dei carabinieri; filmati inediti relativi alla ricerca del corpo della povera donna. La narrazione è condotta in alcuni punti dalla voce del marito della donna, attraverso gli audio originali e inediti degli interrogatori e delle conversazioni telefoniche intercettate dagli inquirenti.
La narrazione si sviluppa su due linee: una linea privata e personale di Elena Ceste e, di riflesso, del marito Michele Buoninconti, che approfondisce il loro rapporto e il presunto movente; un’altra linea investigativa, tipica del genere poliziesco, basata sugli atti giudiziari. La maglia narrativa è tessuta dal pubblico degli intervistati, tra cui investigatori, consulenti tecnici e avvocati.
Tra questi, l’ex procuratore capo di Asti, Giorgio Vitari; i medici legali nominati dall’accusa, Franco Romanazzi e Maria Gugliuzza; le criminologhe Roberta Bruzzone, consulente di parte civile, e Ursula Franco, consulente della difesa di Buoninconti.