SINOSSI
Qual è il sogno di ogni ragazzo (e non solo) di oggi? Inventare una app e svoltare! È quello che accade a Matteo Achilli, 18enne romano, che esasperato dall’ennesima ingiustizia subita, inventa un social network che fa incontrare in modo innovativo, domanda e offerta di lavoro. All’inizio nessuno crede al progetto e molti sono i falchi pronti ad approfittare di lui. Ad un certo punto arriva la svolta. Ed il ragazzo si ritrova così, da un giorno all’altro, al centro degli interessi del mondo che conta. Da Roma a Milano, dalla borgata del Corviale ai salotti milanesi: in breve tempo Matteo acquista popolarità e soldi. La sua faccia è sulle prime pagine dei giornali e la sua startup conta migliaia di iscritti. Ma il mondo del successo è una giungla: sei preda o predatore. C’è un prezzo da pagare: la famiglia, l’amicizia, l’amore. Cosa sceglierà Matteo?
Basato su una storia vera.
NOTE DI REGIA
Un ragazzo cresciuto nella periferia romana, figlio di oneste e semplici persone, nel passaggio tra la maturità scientifica e l’università si rende conto di quanta ingiustizia ci sia nel mancato riconoscimento del merito. Decide di fare qualcosa. Senza altri aiuti se non quelli della sua famiglia, e con entusiasmo e coraggio inventa un nuovo “social” che valuta ed evidenzia il merito di chi cerca lavoro. Quel giovane esiste e si chiama Matteo Achilli. Questo è quanto trovai leggendo la prima stesura di The Startup. Come non appassionarsi? Pochi giorni dopo lo incontrai: un ragazzo che da allora, sono passati due anni, non ho mai sentito piangersi addosso e che mi ha sempre raccontato come le difficoltà e gli ostacoli siano stati per lui solo delle sfide. Non avevo ancora mai realizzato un film “di regia” e questa era una mia sfida. È così che è nata questa bellissima avventura. Per un film interpretato principalmente da giovani il cast “main-stream” è statisticamente impossibile, e quindi, nel pieno rispetto della filosofia di Matteo Achilli, tutte le ricerche hanno puntato su giovani attori di talento. Per l’appunto in nome del Merito. Giorno dopo giorno ho cominciato a incontrare ragazzi e ragazze provenienti dalle formazioni più disparate. Tutti in cerca del riconoscimento del proprio merito. Tutti entusiasti di mostrarlo. Posso sinceramente dire che si è trattato di uno dei cast più stimolanti della mia carriera e che mi dispiace molto per quanti ne siano rimasti fuori. C’è abbondanza di talento in giro. Un altro capitolo si è aperto poi con le ricerche delle location. La storia si ambientava tra due città: Roma e Milano. Due città simbolo con colori e sapori diversi tra loro ma in grado di raccontare un’Italia contemporanea. Con un’altra sfida: il racconto chiedeva stagionalità diverse. Per la prima volta mi sono trovato a dividere la produzione in due tempi: l’inverno e l’estate. Un’opportunità che ha reso il passaggio del tempo naturale e credibile. Tecnicamente è stato un film che mi ha chiesto una grande attenzione nella scelta del linguaggio. Oggi le soluzioni sono praticamente infinite, ma gli ambienti, e l’agilità produttiva mi hanno fatto incontrare strumenti che non avevo ancora mai usato. Per questo devo un grazie a Ferran, il direttore della fotografia, che in un film sul talento è stato un invisibile protagonista. Come con lui, ho avuto il privilegio di lavorare con una troupe in “stato di grazia”, che ha reso possibile quello che a volte sembra impossibile. Credo che in questo periodo storico ci sia bisogno di rilanciare speranza e fiducia. Almeno in se stessi. Sappiamo tutti quanto sia difficile, ma non impossibile. Questo film è un piccolo contributo per non dimenticarlo mai. Un grazie particolare lo devo a Luca Barbareschi: è bello sentire al proprio fianco un produttore attento e motivato come lui. È alla sua passione che ho dedicato il piacere di questa regia.
Basato su una storia vera.
Produttore: Luca Barbareschi;
distribuzione: 01 Distribution;
fotografia: ferran Paredes Rubio;
Montaggio: Valentina Mariani